Tantra e sessualità........





L’accostamento sessualità e Meditazione può apparire inusuale, dal momento che la maggioranza delle culture di ogni tempo e latitudine hanno insegnato che la via per l’ascesi passa attraverso il
distacco dai beni terreni e dai piaceri del corpo.
Alcune scuole di ricerca meno numerose, spesso perseguitate dalle religioni e dagli stati, hanno incluso la vita quotidiana e il corpo nel cammino della ricerca spirituale che non era né laica né religiosa, semplicemente era di là dal pensiero e le trascendeva entrambe.
Il Tantra apparteneva a quest’ultime. Non giudicava né rifiutava nessuna espressione della vita e dell’essere umano. S’interrogava sul “tutto” e si prefiggeva lo scopo di raggiungere la “conoscenza suprema” attraverso l’indagine diretta di sé stessi.
 Il Maestro indicava un sentiero ed insegnava delle tecniche, ma non consegnava ai discepoli né verità né dogmi preconfezionati. Per soddisfare la sete di conoscenza era necessario intraprendere questo cammino
 Due autori che si sono interessati alla Meditazione fin dagli anni ‘70, ne hanno distinti due tipi secondo le tecniche usate: le Meditazioni di “concentrazione” e le Meditazioni di “apertura”.
Fanno parte del primo tipo quelle  che tentano di ottenere il silenzio del pensiero eliminando sia gli input in arrivo dall’ambiente esterno che quelli in arrivo dal nostro corpo. Per questo motivo molte tecniche si praticano in silenzio, a occhi chiusi, in una posizione immobile e si accompagnano con il digiuno.
Il secondo tipo, le meditazioni di “apertura”, : la pratica dell’ampliamento della consapevolezza era al tempo stesso strumento e fine. Qualunque azione della vita quotidiana, per questo motivo, se eseguita con tutta la propria consapevolezza, poteva trasformarsi in meditazione.
Anche il Tantra è una meditazione di “apertura”, il suo testo sacro, il “Vigyana Bhairava Tantra”, è scritto in forma di dialogo fra le due divinità Shiva, simbolo del principio maschile, e Shakti, simbolo del principio femminile. Shiva e Shakti sono rappresentati abbracciati in un eterno amplesso sessuale, senza inizio e senza fine, la Dea seduta con le gambe incrociate intorno ai fianchi del Dio ad indicare che non c’è supremazia di uno sull’altra. Shakti rivolge a Shiva le domande senza risposta sulla vita, sulla morte, sulla natura dell’Universo e Shiva risponde alla compagna indicandole delle tecniche di meditazione, perché lei stessa scopra la Verità. In epoche moderne e nella cultura occidentale, queste domande sono dominio della filosofia, il cui strumento d’investigazione è il pensiero. Shiva invece insegna centododici metodi tutti fondati sulla consapevolezza corporea, cioè sensoriale e sessuale. L’insegnamento rivolto a una donna è un’altra peculiarità del Tantra, poiché la maggioranza delle scuole esoteriche hanno escluso le donne dagli insegnamenti spirituali, in oriente come in occidente. Infine, terza peculiarità, è la scelta di attingere alla sessualità l’energia per conseguire la trascendenza, scelta dettata non dalla ricerca edonistica del piacere, bensì dalla constatazione che la sessualità è la forma più intensa in cui l’essere umano sperimenta la propria energia vitale
Molte di queste tecniche si praticavano durante il rapporto sessuale con l’intento di trasformare l’energia ivi impiegata in Meditazione e quindi convogliarla verso la coscienza. La sessualità così vissuta aveva acquisito una connotazione sacra. La morale indiana contemporanea, ben diversa da quella in cui fiorì la scuola tantrica, giudica male il corpo e la vicinanza fra i sessi. Sugli autobus delle grandi città ci sono ancora carrozze separate per uomini e donne
In occidente la psicologia ha dato un grosso contributo a rimuovere i tabù e le repressioni sessuali, così che i nostri costumi sociali sono tolleranti e permissivi. Tuttavia abbattere o ridurre dei veti non è sufficiente a creare una coscienza profondamente improntata alla consapevolezza di sé e permettere una vita sessuale ricca di autentica libertà e di spessore.













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